Quanto vino versato sul digiuno. Non altre ubriacature in questa vita. Un’isola di capogiro tra i piani di studio, tra i patemi larvali che la notte fa crescere e morire sul nativo pianeta, una Firenze azzurrata del sangue del poeta di vent’anni, una palma, una fonte. Silvio Ramat Una fonte Crocetti Editore 1988
La mezz’ora che occorre alle lenzuola per prendere aria. Mi posso alzare, non oziare. C’è una regola ogni mattina, laboriosa. I compiti: ma sono compiti, questi, da darsi a uno come me? Tutti disegni dal vero: mi succede che, negato, tremo da anni a ogni vista di foglia o frutto che abbia spicco per beltà o stravaganza. Eccomi su scrittoi di fortuna, vano su fogli vani: lancio occhiate impotenti, spaventate a questa oblunga cosa che non ha chiesto di farsi ritrarre: un rugoso limone, un quasi-cedro. Troppo vero per me. Silvio Ramat (Firenze, 1939), da Il gioco e la candela (Crocetti, 1997)
Ormai, neve. La neve è nel pronostico. La luna delicata quasi nuova non è incompatibile con la neve. Sono i giorni della merla e a queste latitudini, se esiste un momento per la neve ci siamo. I giovani, soli, a goderla. Noi, più di una volta, negli anni la neve ci ha frenati, inferto danni sulle vie nere la neve indurita rare le ringhiere a cui afferrarsi. Unico aiuto le chimere, ma in pochi sanno avvistarle, nessuno ne sa l’oscuro idioma. Recitando un mottetto, un osso breve si cerca l’equilibrio sulla neve. 28 gennaio 2012
Silvio Ramat Fuori stagione Crocetti Editore 2017 Novità per informazioni e richieste: info@poesia.it
Trepida amica, la felicità di una lettera – questo lo rammento – per gran parte si affida al desiderio di chi domani la riceverà. La luce di febbraio ormai dilaga anche nella loggia dove mi espongono lungamente, ogni giorno. Lì mi ingegno a far correre veloce – slittare – la mia stagione di convalescenza come su un piano in pendenza. Ho avvistato sulla stinta parete di una fabbrica in disarmo – non ancora in rovina – la traccia di una meridiana: cerco di capire le ragioni del tempo alla scuola del sole. Fanno ostacolo la distanza e il tratto semispento di sanguigna. Ma domani ritento. (14 febbraio)
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