Patrizia Valduga
Lui o un altro che differenza fa
se poi ho da sentirmi sempre sola?
Sola con la mia moribilità…
se esistesse questa bella parola…
Patrizia Valduga (Castelfranco Veneto, 1953) da Quartine. Seconda centuria (Einaudi, 2001)
Lui o un altro che differenza fa
se poi ho da sentirmi sempre sola?
Sola con la mia moribilità…
se esistesse questa bella parola…
Patrizia Valduga (Castelfranco Veneto, 1953) da Quartine. Seconda centuria (Einaudi, 2001)
Frissi d’amor con arte, d’amor scrissi
senz’arte . . . rifritture di riflussi
riscrissi . . . fuor d’ellissi: pissi pissi.
In rime parossitone mi strussi.
Scema, cosi, al naturale, abissi
non sondai, né riflessi colsi o influssi,
afflussi e deflussi male scissi,
e sulla rena disfeci o costrussi.
Risi, mi afflissi, mi rosi… Fui sussi,
testa di turco e testa anche di cazzo,
lessi assai e nulla trassi… Ti sconfissi
o mio cuore, discussi dei tuoi flussi
e sconquassi, li ressi in imbarazzo…
Vissi o non vissi? Se vissi, malvissi.
Patrizia Valduga (Castelfranco Veneto, 1953), da Medicamenta e altri medicamenta (Einaudi, 1989)
Io sempre al limitare del mio niente
ti ho esasperato, ti ho fatto ammalare.
Ti ho sperperato i battiti del cuore
per far battere il mio senza tremare.
E il tuo amore per me forse è finito,
mentre il mio è ancora tutto da fare.
Amore caro, amato malamente,
sono guarita. Vuoi ricominciare?
Patrizia Valduga (Milano, 1953) da Libro delle laudi (Einaudi, 2012)
Un dire pieno di ma, di però,
a sgretolare la prefata voglia,
a gagnolare ora sì e ora no…
È l’anima di noia che mi invoglia
e non mi lascerò cascar di voglia.
Patrizia Valduga (Castelfranco Veneto, 1953), da Medicamenta e altri medicamenta (Einaudi, 1989)