Idea palpabile, parola impalpabile: la poesia va e viene tra ciò che è e ciò che non è. Tesse riflessi e li stesse. La poesia semina occhi nella pagina, semina parole negli occhi. Gli occhi parlano, le parole guardano, gli sguardi pensano. Udire i pensieri, vedere ciò che diciamo, toccare il corpo dell’idea. Gli occhi si chiudono, le parole si aprono.
Lingua vinaccia di sole flagellato
lingua che lambisce il tuo paese d’insonni dune
chioma
lingua di fruste
linguaggi
snodati sulla tua schiena
intrecciati
sui tuoi seni
scrittura che ti scrive
con gli sproni delle lettere
ti nega
con i tizzoni dei segni
vestito che ti sveste
scrittura che ti veste di enigmi
scrittura in cui mi seppellisco
Chioma
grande notte improvvisa sul tuo corpo
giara di vino caldo
versato
sulle tavole della legge
nodo d’urli e nube di silenzi
grappolo di serpi
grappolo d’uva
pestata
dalle gelide piante della luna
pioggia di mani di foglie di dita di vento
sul tuo corpo
sul mio corpo sul tuo corpo
Chioma
fogliame dell’albero d’ossa
l’albero di aeree radici che suggon notte dal sole
Albero carnale
Albero mortale
Alle dieci di sera al Caffè d’Inghilterra
tranne noi tre
non c’era nessuno
s’udivano fuori i passi umidi dell’autunno
passi di cieco gigante
passi di bosco che stan per giungere in città.
Con mille braccia mille piedi di nebbia
viso di fumo uomo senza viso
l’autunno marciava sul centro di Parigi
con sicuri passi di cieco.
La gente camminava nel gran viale
alcuni furtivamente si strappavano il volto.
Una prostituta bella come una papessa
traversò la strada e scomparve in un muro verdigno
la parete tornò a chiudersi.
Vado per il tuo corpo come per il mondo, il tuo ventre è una spiaggia soleggiata, i tuoi seni due chiese dove il sangue celebra i suoi misteri paralleli, i miei sguardi ti coprono come edera, sei una città che il mare assedia.
Quest’ora ha la forma di una pausa La pausa ha la tua forma Tu hai la forma di una fontana non d’acqua ma di tempo In cima allo zampillo della fonte saltano i miei pezzi: fui sono non sono ancora La mia vita non pesa Il passato si assottiglia Il futuro è un po’ d’acqua nei tuoi occhi.
Ascoltami come chi ascolta piovere, né attenta né distratta, passi lievi, pioviggine, acqua che è aria, aria che è tempo, il giorno non finisce di andarsene, la notte tuttavia non arriva, figure della nebbia voltano l’angolo, figure del tempo nell’ansa di questa pausa, ascoltami come chi ascolta piovere, senza ascoltarmi, ascoltando quel che dico con gli occhi aperti verso dentro, addormentata e vigili i cinque sensi, piove, passi lievi, rumori di sillabe, aria e acqua, parole che non pesano: quel che fummo e siamo, i giorni e gli anni, questo istante, tempo senza peso, pesantezza enorme, ascoltami come chi ascolta piovere, riluce l’umido asfalto, il vapore si alza e cammina, la notte si apre e mi guarda, sei tu e la tua forma di vapore, tu e il tuo volto di notte, tu e i tuoi capelli, lampi lenti, traversi la strada ed entri nella mia fronte, passi d’acqua sopra le mie palpebre, ascoltami come chi ascolta piovere, l’asfalto riluce, tu traversi la strada, è la nebbia errante della notte, è la notte addormentata nel tuo letto, è l’onda del tuo respiro, le tue dita d’acqua bagnano la mia fronte, le tue dita di fiamma bruciano i miei occhi, le tue dita d’aria aprono le palpebre del tempo, sorgere di apparizioni e resurrezioni, ascoltami come chi ascolta piovere, passano gli anni, tornano gli istanti, ascolti i tuoi passi nella stanza vicina? non qui né lì: li ascolti in un altro tempo che è proprio ora, ascolta i passi del tempo inventore di spazi senza peso né luogo, ascolta la pioggia scorrere per la terrazza, la notte è ormai più notte fra gli alberi, fra le foglie si è annidato il fulmine, vago giardino alla deriva – entra, la tua ombra copre questa pagina.
da El fuego de cada dìa
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