Africa, Africa mia Africa fiera di guerrieri nelle ancestrali savane Africa che la mia ava canta In riva al fiume lontano Mai t’ho veduta Ma del sangue tuo colmo ho lo sguardo Il tuo bel sangue nero sui campi versato Sangue del tuo sudore Sudore del tuo lavoro Lavoro di schiavi Schiavitù dei tuoi figli Africa dimmi Africa Sei dunque tu quel dorso che si piega E si prostra al peso dell’umiltà Dorso tremante striato di rosso Che acconsente alla frusta sulle vie del Sud Allora mi rispose grave una voce Figlio impetuoso il forte giovane albero Quell’albero laggiù Splendidamente solo fra i bianchi fiori appassiti E l’Africa l’Africa tua che di nuovo germoglia Pazientemente ostinatamente E i cui frutti a poco a poco acquistano L’amaro sapore della libertà.
I Risa di sole nella mia capanna E le mie donne belle e flessuose Eran palme alla brezza della sera Scivolavano i figli sul gran fiume Come morte profondo E le mie piroghe lottavano coi coccodrilli Materna, la luna s’univa alle danze Frenetico e grave del tam-tam il ritmo Tam-Tam di gioia Tam-Tam spensierato Fra i fuochi di libertà II Poi un giorno, il silenzio… Del sole i raggi parvero oscurarsi Nella capanna d’ogni senso vuota Le bocche rosse delle mie donne premevano Le labbra dure e sottili dei conquistatori dagli occhi d’acciaio E i figli miei lasciarono la quieta nudità Per l’uniforme di ferro e di sangue E più non ci siete, neppur voi Tam-Tam delle mie notti, Tam-Tam dei miei padri Le catene della schiavità han straziato il mio cuore!