Ecco: io respiro, lavoro, vivo e scrivo versi, così come posso. Io e la vita ci guardiamo rabbiosi, di traverso e contro la vita io lotto sino all’estremo.
Sono in conflitto con la vita ma tu non pensare che io la disprezzi: anche alle soglie della morte continuerei ad amare la vita, le sue brutali mani d’acciaio. Ancora l’amerei.
E se mi stringessero al collo un nodo scorsoio, chiedendomi se ancora per un’ora volessi restare in vita, io griderei senza indugio: “Via questa corda, o carnefici!”
Per la vita affronterei ogni prova: volerei dentro una macchina senza collaudo, entrerei in un razzo esplosivo per cercare da solo nello spazio lontani pianeti.
E anche così sentirei un sottile fremito vedendo com’è azzurro il cielo lassù, proverei l’incantevole brivido d’essere ancora in vita, d’esistere ancora domani.
Ma se voi mi prendete, quanto? un solo grano della mia fede, allora getterò un grido, urlerò di tormento come pantera ferita al cuore. Che resterebbe allora di me?
Un attimo dopo la vostra rapina sarei distrutto, o più esattamente, più chiaramente, un attimo dopo la vostra rapina di me non resterebbe altro che il nulla.
Voi forse volete abbattere la mia fede nei giorni felici, in un domani dove la vita sarà più saggia e serena?
Ma come potrete abbatterla, dite? Con raffiche di proiettili? No, non i conviene tentare, sarebbe tempo perduto.
La mia fede è difesa saldamente dentro il mio petto e il piombo capace di penetrare questa corazza, ancora non è stato trovato, nessuno l’ha ancora scoperto!
La lotta è implacabile, spietata. La lotta, come dicono è epica. Io sono caduto. Altri, prenderà il mio posto. Cosa conta qui una persona?
Ti fucilano e dopo che t’han ucciso, i vermi… Questo è tanto semplice e logico; ma nella tempesta ti saremo ancora accanto, o popolo mio, perché ti volemmo bene.
Primavera mia, mia bianca primavera ancora non vissuta, non celebrata, solo in lucidi sogni sognata mentre bassa trascorri sui pioppi e qui non arresti il tuo volo… Primavera mia, mia bianca primavera… ch’io possa vedere il tuo primo volo dar vita alle morte piazze ch’io possa appena vedere il tuo sole e morir sulle tue barricate!
… Perché mai tanti piagnistei? Perché sospira la gente romantici motivi raffreddati? Romantici oggi sono i motori che cantano nel cielo turchino. Compreso non hanno il canto superbo le fronti spremendosi invano, il canto che porta l’eterno umano ardire sulle robuste ali d’acciaio. Già le scorgo nell’avvenire: aquile che spargono pioggia di sementi. Le loro canzoni Ruggite dall’alto stillano lavoro e libertà…
La piu grande biblioteca online di poesie in italiano