tutto era già in cammino

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

Tutto era già in cammino. Da allora a qui. Tutto
il tempo, luminoso, sfiorava le labbra. Tutti
i respiri si riunivano nella collana. Le ombre
di Lambrate chiusero la porta. Tutta la stanza,
assorta, diventò il primo battito. Il nero
dei tuoi capelli contro il giallo dell’ultimo raggio.
Da allora a qui. Era il primo giorno dell’estate.
Il silenzio ci riempiva la fronte. Tutto era
già in cammino, da allora, tutto era qui, unico
e perduto, nostro e remoto, ardente. Tutto chiedeva
di essere atteso, di tornare nel suo vero nome.
da Tema dell’addio (2005)

Telegramma

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

La finestra è rimasta come prima. Il freddo
ripete quell’essenza idiota di roccia
proprio mentre tremano le lettere di ogni parola.
Con un mezzo sorriso indichi
una via d’uscita, una scala qualunque.
Nemmeno adesso hai simboli per chi muore.
Ti parlavo del mare, ma il mare è pochi metri quadrati,
un trapano, appena fuori. Era anche, per noi,
l’intuito di una figlia che respira
nei primi attimi di una cosa. Carta per dire
brodo e riso, mesi per dire cuscino. Gli azzurri mi chiamano
congelato in una stella fissa.
da Distante un padre (1989)

Sei tu, non c’è dubbio, riconosco

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

Sei tu, non c’è dubbio, riconosco
l’attacco delle tue risposte quando venivi interrogato
e le finestre del Gonzaga mostravano un cortile immenso
e tutto, fuori, assomigliava al silenzio degli olmi
scendeva un voto dalla tonaca nera e tu eri salvo
riapparivano le nostre pure voci e tu eri sommerso
di voci e si formava un’occulta melodia e c’erano
già i numeri sulla maglia, i numeri giusti per ciascuno,
e si avvicinava, con il suo sorriso vivente, il volto
della partita.
Milo De Angelis (Milano, 1951), da Incontri e agguati (Mondadori, 2015)

Questa morte è un’officina

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

Questa morte è un’officina
ci lavoro da anni e anni
conosco i pezzi buoni e quelli deboli,
i giorni propizi, la virtù
di applicarsi minuto per minuto e quella
di sostare, sostare e attendere
una soluzione nuova per il guasto.
Vieni, amico mio, ti faccio vedere,
ti racconto.
Milo De Angelis (Milano, 1951), da Incontri e agguati (Mondadori, 2015)

Quando su un volto desiderato si scorge il segno

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

Quando su un volto desiderato si scorge il segno
di troppe stagioni e una vena troppo scura
si prolunga nella stanza, quando le incisioni
della vita giungono in folla e il sangue rallenta
dentro i polsi che abbiamo stretto fino all’alba,
allora non è solo lì che la grande corrente
si ferma, allora è notte, è notte su ogni volto
che abbiamo amato.
Milo De Angelis (Milano, 1951), Tema dell’addio (Mondadori, 2005)

Per Viviana Nicodemo

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

Ho saputo, amica mia,
che sei stata in un limite. Anch’io
negli intervalli di una sola e grande morte
dormivo tra i casolari
dove si raccolgono d’inverno
con la parola disunita e il fitto
delle idee: entrava
un profumo di uva passa e la neve
dell’incontro ha percepito
la mia notte nella tua.
da Quell’andarsene nel buio dei cortili (2010)

Ora c’è la disadorna

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

In noi giungerà l’universo,
quel silenzio frontale dove eravamo
già stati

Ora c’è la disadorna
e si compiono gli anni, a manciate,
con ingegno di forbici e
una boria che accosta
al gas la bocca
dura fino alla sua spina
dove crede
oppure i morti arrancano verso un campo
che ha la testa cava
e le miriadi
si gettano nel battesimo
per un soffio.
da Millimetri (1983)

Nei polmoni

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

La coperta, la sua forza, mentre crescevamo
O gli occhi che ieri furono ciechi,
oggi tuoi, ieri l’inseparabile. Le fiale,
il riso in bianco diventano l’unico
mondo senza simbolo. Materia che
fu soltanto materia, nulla che
fu soltanto materia. Vegliare, non vegliare, poesia,
cobalto, padre, nulla, pioppi.
da Terra del viso (1985)

La luce sulle tempie

Milo De Angelis

Milo De Angelis

 

Che strano sorriso
vive per esserci e non per avere ragione
in questa piazza
chi confida e chi consola di colpo tacciono
è giugno, in pieno sole, l’abbraccio nasce
non domani, subito
il pomeriggio, i riflessi
sui tavoli del ristorante non danno spiegazioni
vicino alle unghie rosse
coincidono le frasi
questa è la carezza
che dimentica e dedica
mentre guarda dentro la tazzina le gocce
rimaste e pensa al tempo
e alla sua unica parola d’amore: “adesso”.
Milo De Angelis (Milano, 1951), da Somiglianze (Mondadori, 2015)
– consigliato da
Carmen Gallo