Un attimo uno solo -assoluto in cima al campanile- luce di sofferenza intelligente che tace nell’occhio del mattino senza scissure fraintendimenti si guarda e non si riconosce, il dio imperfetto, la grande amnesia. da AMNESIA DEL MOVIMENTO DELLE NUVOLE (ed. La VITA FELICE; Milano, 2003)
Che ne sapeva della figlia monatta del tragitto obbligato montando i pezzi facendo combaciare cuciture -testadura ostinata tutta la vita concentrata a stanare ogni minimo difetto: l’orlo sfasato la spallina che cadeva male- provando e riprovando davanti allo specchio tra un vaevieni di porte aperte di musica di vento; di lana, ben cucito, quel tailleur gliel’ho fatto indossare l’otto marzo del duemilasette: le forbici e il ditale accanto la radiolina per farle compagnia tra detriti e dettagli nel pozzo della sordità . da DI DETTAGLI E DETRITI (Almanacco dello Specchio, Mondadori, 2010) (In memoria di Celeste C.: che è stata ed è.)
Sentivo ogni giorno un indice destro digitarmi ma non riuscii a decifrare il tocco a spirale che accese la dialettica dell’onda e del veliero le ombre degli alberi contro il cielo di notte. Fu sete guerra nucleo radioattivo passando come un rumore d’acqua persa tra gli strati di buio e di chiarore la forma oscura che mi dorme accanto -ferita mai riscattata dalla storia. Un virus risalì i circuiti cancellò la schermata. da AMNESIA DEL MOVIMENTO DELLE NUVOLE (ed. La VITA FELICE; Milano, 2003)
Nella campagna a cotone e tabacco del cinquanta risuonò lo zoccolo di mulo di una scrittura disobbediente la lumaca perse il suo tracciato la gazza fu serpente tra i segni della grammatica sconnessa rigurgiti d’acqua affondamenti -gebbia lippusa dove vacilla il piede a sette anni. da IL ROSSO E NERO VERSO (ed. Il Faggio, Milano 2007)
Opacità grado zero tra il nero della lava e il pergolato ridotta a verso -sommersa dai dettagli- persa nel folto di altre vite mentre tentavo il riconoscimento omessa traslata -sono colpevole, sì, sono colpevole– madre della radice, orecchino di luce, addio. da DI DETTAGLI E DETRITI (Almanacco dello Specchio, Mondadori, 2010) (In memoria di Celeste C.: che è stata ed è.)
Nel mondo delle epoche echeggiavano risate vibrazioni come tuoni tempeste in lontananza erano invece i parlanti -guerre epidemie campi minati e campi di sterminio- avremmo voluto soffrire per quelli, portare un qualche aiuto -Spartaco a Roma è crocifisso- eravamo ciechi e resistenti: grumo afasico e incolore che non volendo era. da AMNESIA DEL MOVIMENTO DELLE NUVOLE (ed. La VITA FELICE; Milano, 2003)
Dalla cima alle radici dell’albero dei nomi: il mandorlo si spezzò in man e orlo -orlo di vita scucito e ricucito ogni mattina- la d balbettando volò via. Taci, trattieni il respiro, sorellina, l’ora delle parole dormienti si fa vicina, vicina. da IL ROSSO E NERO VERSO (ed. Il Faggio, Milano 2007)
Entriamo all’alba nella zona interdetta -rosa che chiama rosso di sentenza- lingua che preme ai bordi del taciuto cercando il senso della lettera forzando l’opacità della radice fino al fotogramma di una voce che ancora non sa la ruota dentata il nero di cingolati sul selciato. La buia enclave, il pulsare della dualità -qui la depose- nel precipizio di luce tra manganelli e acetilene. da DI DETTAGLI E DETRITI (Almanacco dello Specchio, Mondadori, 2010) (In memoria di Celeste C.: che è stata ed è.)
Amore mio -pagina scritta anemico testo di poesia- ci provo a dirti come stanno le cose. Che stanno malissimo. Nostro figlio a dieci anni ricoverato nel reparto incurabili, e l’amico tuo -il filosofo del pensiero forte- promuove filosofie in televendita. Una scrittura disobbediente devia fiumi e petroliere scavando crepe tra gli zigomi e il mento omologando ai mercati la torre di Babele. E umani rottamati a fini produttivi. Ogni tanto di notte sento un fiotto di grida che proviene dal mare -un clandestino mi dico sta annegando- tappo finestre e tivù mi chiudo ermetica tra i segni aspettando che si faccia giorno, ma sogno martelli coltelli da cucina punteruoli in questa veglia sbieca di morenti. Un’ultima cosa, risibile se vuoi, i negativi delle foto li ho persi nel trasloco, e non li ho più trovati intelletto e verità. Esposte a scarpe chiodate al gelo dei mattoni le nostre figure di passione. da IL ROSSO E NERO VERSO (ed. Il Faggio, Milano 2007)
Risalimmo le lettere del libro il mistero della luce a spirale nella stanza – a branchi, in fuga, non si sa da chi da quanto- ribaltando il silenzio in algido fondo astrale. da AMNESIA DEL MOVIMENTO DELLE NUVOLE (ed. La VITA FELICE; Milano, 2003)
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