La donna che guarda dalla finestra vorrebbe avere delle lunghe braccia per prendere il mondo il suo Nord e il suo Sud il suo Est e il suo Ovest nel suo grembo come una tenera madre vorrebbe avere grandi mani per carezzare i suoi capelli scrivere delle poesie per alleviare la sua pena.
Lo guardai attraverso un filo di luce che filtrava dalla finestra della mia misericordia. Il corpo affaticato disteso accanto a me affamato come me. Gli ho fatto cenno di avvicinarsi ma ha rifiutato. Glielo ho ordinato ma ha disobbedito. L’ho obbligato si è avvicinato tremante dalla paura di toccare un altro corpo.
M’infiamma il desiderio. E brillano i miei occhi. Sistemo la morale nel primo cassetto che trovo, mi muto in demonio, e bendo gli occhi dei miei angeli per un bacio.
Dormi profondamente e non ti preoccupare per la mia insonnia, lasciami sognare un po’ di strade alberate e di vaste dune, dove possa galoppare sui miei cavalli bramosi, io, la donna che dovrà essere buona e ragionevole domattina
Uno straniero mi guarda, uno straniero mi parla, sorrido ad uno straniero, parlo ad uno straniero, m’ascolta uno straniero, davanti alle sue pene pulite e bianche piango, sulla solitudine che unisce gli stranieri.