Scale, scale esistono dopo lo sgambetto e i gradini, come labbra dure, ricordano la somma dei cateti, una rossa toga ricamata nel corridoio, nella via secondaria che apre il mondo, ecco, senza più vendetta, un anno guardato e solo: da spacchi bui voi ritornate, convogli a cui mancava il mio pensiero, per terra.
Gualtiero De Santi I sentieri della notte Figure e percorsi della poesia italiana al varco del millennio Crocetti Editore 1997
Di’ la storia, o diva, della lucerna, garante d’amori nascosti, e del barcaiolo, che nella notte traghettava da sponda a sponda le nozze, e dello sposalizio di tenebra, che Aurora senza fine giammai scorse, e di Sesto e di Abido… dove fu, notturno, lo sposalizio d’Ero; sento dire di Leandro, che nuotava, nuotava… e della lampada, lampada ambasciatrice, intermediaria di dea dell’amore, aralda d’Ero, la sposa della notte, lampada, fautrice di nozze, ah lampada fregio d’amore, che forse astrale Zeus faceva bene a unire al gruppo delle stelle, dopo le notti della sfida, e intitolarla “astro degli amori, valletta delle nozze”, perché fu lì, a reggere le fila dell’amore dolente delirio e protesse la storia del connubio dalle notti bianche, prima che raffica truce, ostica, esplosiva esplodesse… Adesso duetta con me, che faccio Poesia di quella fine insieme, della lampada che si spegneva, e di Leandro che si perdeva. Da Ero e Leandro, vv. 1-15
Traduzione di Ezio Savino
Poesia n. 223 gennaio 2008 20 anni 500 poesie sulla poesia
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