La tua forma si sfece. Sfacesti la tua forma. Ma la coscienza tua resta diffusa, uguale, grande, immensa, nella totalità. E ti sentiamo tutt’intorno, nell’atmosfera piena di te, il tuo tu più grande. Ci guardi dal tutto, ci inabissi, amica, in te, dal tutto, come in un vasto cielo, un grande amore, o un mare.
Quanto dolore, bellezza! L’odio accende fuochi di passione sui fuochi lontani fari, grandi fiori rossi, delle coste del mare; grida all’erta di fiamma bianca e verde, sulle grida di fiamme dei sogni, che, come nei sogni, non si sa, in verità, se furono… E sono quelli ancor mal desti che brutta espressione, che freddo! contro quelli ancor mal addormentati che brivido, che espressione ancor più brutta! E la morte si unisce con la vita inaspettatamente, qua e là, come in bagliori di cento colori tragici ed acuti; si unisce con il sogno, che preferisce morire anzichè svegliarsi. si unisce con il sogno. Comincia a far giorno rosso e bianco. Coste che fumano, nel primo sole, per quelli che vivono ancora!
Piccolo candor senz’ombra, più lucente del mondo, limpida luce tranquilla! Il puro, tu lo dici – gelsomino sorto dalla nostra cupa malvagità, che tra noi e te apre più distanza che tra noi il mondo e le stelle -, per piccolo che sia, è infinito.
Io non sono io Sono colui che cammina accanto a te senza che io lo veda; che, a volte, sto per vedere, e che, a volte, dimentico. Colui che tace, sereno, quando parlo, colui che perdona, dolce, quando odio, colui che passeggia là dove non sono, colui che resterà qui quando morirò.
Ah, se il ricordo tuo di me, fosse questo cielo azzurro di maggio, tutto pieno delle stelle pure dei miei gesti! Dei miei gesti uguali, come quelle; tutti puri, limpidi, buoni, tranquilli come le stelle! – Sotto, il tuo sorriso nei sogni, sogni dei tuoi ricordi della vita mia! –
L’agnello belava dolcemente. L’asino, tenero, si rallegrava in un caldo richiamo. Il cane latrava, quasi parlando alle stelle…; Mi destai. Uscii. Vidi come celesti nel suolo fiorito come un cielo capovolto. Un alito tiepido e dolce velava il bosco; la luna andava declinando in un tramonto d’oro e di seta, che sembrava un ambito divino… ; Il mio petto palpitava, come se il cuore avesse avuto vino… ; Aprii la stalla per vedere se era lì. C’era!
Gioia del sogno, che mai uguagliò nessuna gioia reale! – E che triste gioia quotidiana questa a cui ci adattiamo, dimenticando l’altra, l’altra, l’altra; che sa; ogni giorno, di non essere più che vano seme del fiore del sogno! –
Incontro di due mani in cerca di stelle, nella notte! Con che pressione immensa si sentono le purezze immortali! Dolci, quelle due dimenticano la loro ricerca senza sosta, e incontrano, un istante, nel loro circolo chiuso, quel che cercavano da sole. Rassegnazione d’amore, tanto infinita come l’impossibile!
Lascia colare il tuo bacio come una fonte – filo fresco nella tazza del mio cuore! Il mio cuore, poi, sognando, ti restituirà, doppia, l’acqua del tuo bacio, dal canale del sogno, da sotto la vita. E l’acqua del tuo bacio – o nuova aurora della fonte! sarà eterna, perché il mio cuore sarà la sua sorgente.
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