Davanti alla porta dell’officina l’operaio s’arresta di scatto il bel tempo l’ha tirato per la giacca e come egli si volta e osserva il sole tutto rosso tutto tondo sorridente nel suo cielo di piombo e strizza l’occhio familiarmente Su dimmi compagno Sole forse non trovi che è piuttosto una coglionata offrire una simile giornata a un padrone?
Allodola del ricordo è tuo il sangue che scorre è tuo e non il mio Allodola del ricordo ho stretto il pugno mio Allodola del ricordo gentile uccello finito non saresti dovuto venire a beccare nella mia mano i semi della dimenticanza.
Dèmoni e meraviglie Venti e maree S’è ritirato già il mare in lontananza E tu Come alga dolcemente dal vento accarezzata Nelle sabbie del letto ti agiti sognando Dèmoni e meraviglie Venti e maree Il mare s’è ritirato già in lontananza Ma nei tuoi occhi socchiusi Due piccole onde son rimaste Dèmoni e meraviglie Venti e maree Due piccole onde per farmi annegare.
Solo il tuo cuore appassionato e niente più. Il mio paradiso un campo senza usignolo né lire, con un lento corso d’acqua e una piccola sorgente. Senza il fruscio del vento tra i rami, né la stella che desidera esser foglia. Una immensa luce che fosse lucciola di un’altra, in un campo di sguardi evanescenti. Una limpida quiete e i nostri baci là – sonori vezzi dell’eco – si schiuderebbero assai lontano. Il tuo cuore appassionato e niente più.
La cerniera lampo è scivolata sulle tue reni e il temporale felice del tuo corpo innamorato nell’ombra fitta d’improvviso è scoppiato E la tua gonna cadendo sul parquet incerato non ha fatto più rumore di una scorza d’arancio che cada su un tappeto Ma sotto i nostri piedi i bottoncini di madreperla cricchiavano come semi Sanguinello frutto bello la punta del tuo seno ha tracciato una nuova linea della fortuna sul palmo della mia mano Sanguinello frutto bello
E i bicchieri erano vuoti e la bottiglia in pezzi E il letto spalancato e la porta sprangata E tutte le stelle di vetro della bellezza e della gioia risplendevano nella polvere della camera spazzata male. Ed io ubriaco morto ero un fuoco di gioia e tu ubriaca viva nuda nelle mie braccia.
In estate come in inverno nel fango nella polvere sdraiato su vecchi giornali l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe guarda le barche lontane. Accanto a lui un imbecille un signore che ne ha tristemente pesca con la lenza Egli non sa perché vedendo passare una chiatta la nostalgia lo afferra Anch’egli vorrebbe partire lontano lontano sull’acqua e vivere una nuova vita con un po’ di pancia in meno. In estate come in inverno nel fango nella polvere sdraiato su vecchi giornali l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe guarda le barche lontane. Il bravo pescatore con la lenza torna a casa senza un sol pesce Apre una scatoletta di sardine e poi si mette a piangere Capisce che dovrà morire e che non ha mai amato Sua moglie lo compatisce con un sorriso ironico E’ una ignobile megera una ranocchia d’acquasantiera. In estate come in inverno nel fango nella polvere sdraiato su vecchi giornali l’uomo che ha l’acqua nelle scarpe guarda le barche lontane. Sa bene che i battelli son grandi topaie sul mare e che per i bassi salari le belle barcaiole e i loro poveri battellieri portano a spasso sui fìumi una carrettata di fìgli soffocati dalla miseria in estate come in inverno con non importa qual tempo.
Anzitutto dipingere una gabbia con la porticina aperta dipingere quindi qualcosa di grazioso qualcosa di semplice qualcosa di bello qualcosa di utile per l’uccello appoggiare poi il quadro ad un albero in un giardino in un bosco o in una foresta nascondersi dietro l’albero silenziosi immobili.. A volte l’uccello arriva presto ma può anche impiegare degli anni prima di decidersi Non scoraggiarsi attendere attendere se è il caso per anni la rapidità o la lentezza dell’arrivo non ha nessun rapporto con la riuscita del quadro Quando l’uccello arriva se arriva osservare il più profondo silenzio aspettare che l’uccello entri nella gabbia e quando è entrato chiudere dolcemente la porta col pennello poi cancellare una dopo l’altra tutte le sbarre avendo cura di non toccare nessuna piuma dell’uccello Fare quindi il ritratto dell’albero scegliendo il ramo più bello per l’uccello dipingere anche il verde fogliame e la frescura del vento il pulviscolo del sole e il fruscio delle bestie dell’erba nella calura estiva e poi aspettare che l’uccello si decida a cantare Se l’uccello non canta è cattivo segno segno che il quadro è sbagliato ma se canta è buon segno segno che voi potete firmare Allora strappate con tanta dolcezza una piuma all’uccello e il vostro nome scrivete in un angolo del quadro
Lui ha messo Il caffè nella tazza Lui ha messo Il latte nel caffè Lui ha messo Lo zucchero nel caffellatte Ha girato Il cucchiaino Ha bevuto il caffellatte Ha posato la tazza Senza parlarmi S’è acceso Una sigaretta Ha fatto Dei cerchi di fumo Ha messo la cenere Nel portacenere Senza parlarmi Senza guardarmi S’è alzato S’è messo Sulla testa il cappello S’è messo L’impermeabile Perché pioveva E se n’è andato Sotto la pioggia Senza parlare Senza guardarmi, E io mi son presa La testa fra le mani E ho pianto.
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