Vieni con me! Devi affrettarti però – sette lunghe miglia io faccio ad ogni passo. Dietro il bosco ed il colle aspetta il mio cavallo rosso. Vieni con me! Afferro le redini – vieni con me nel mio castello rosso. Lì crescono alberi blu con mele d’oro, là sogniamo sogni d’argento, che nessun altro può sognare. Là dormono rari piaceri, che nessuno finora ha assaggiato, sotto gli allori baci purpurei – Vieni con me per boschi e colli! tienti forte! Affero le redini, e tremando il mio cavallo ti rapisce.
Perché ti amo, di notte son venuto da te così impetuoso e titubante e tu non mi potrai più dimenticare l’anima tua son venuto a rubare. Ora lei è mia – del tutto mi appartiene nel male e nel bene, dal mio impetuoso e ardito amare nessun angelo ti potrà salvare.
Un giovane faggio sanguigno era testimone del mio primo amore, e quando inventai la mia prima poesia, stette a guardare ciò che scrivevo. Come il faggio sanguigno nessun albero può abbandonarsi allo sfarzo della primavera, nessuno ha un sogno d’estate così vivace e nessuno un avvizzire così brusco. Un giovane faggio sanguigno sta in tutti i miei sogni, un magico passato soffia intorno al mio albero prediletto.
La stanca estate china il capo specchia nell’acqua il suo biondo volto. Erro stanco e impolverato nell’ombra dle viale. Tra i pioppi soffia una leggera brezza. Il cielo alle mie spalle è rosso di fronte l’ansia della sera – e il tramonto – e la morte. E vado stanco e impolverato e dietro a me resta esitante la giovinezza, china il capo e non vuole più seguire la strada con me.
Sole, brilla adesso dentro al cuore, vento, porta via da me fatiche e cure! Gioia più profonda non conosco sulla terra, che l’essere per via nell’ampia vastità. Verso la pianura inizio il mio cammino, sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi; per sentire la vita della nostra terra apro tutti i sensi in festa. Mi mostrerà ogni giorno nuovo, fratelli nuovi e nuovi amici, finché senza dolore ogni forza loderò, e di ogni stella sarò ospite e amico.
Si chiama amore ogni superiorità, ogni capacità di comprensione, ogni capacità di sorridere nel dolore. Amore per noi stessi e per il nostro destino, affettuosa adesione ciò che l’Imperscrutabile vuole fare di noi anche quando non siamo ancora in grado di vederlo e di comprenderlo – questo è ciò a cui tendiamo.
E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita.
Che il bello e l’incantevole Siano solo un soffio e un brivido, che il magnifico entusiasmante amabile non duri: nube, fiore, bolla di sapone, fuoco d’artificio e riso di bambino, sguardo di donna nel vetro di uno specchio, e tante altre fantastiche cose, che esse appena scoperte svaniscano, solo il tempo di un momento solo un aroma, un respiro di vento, ahimè lo sappiamo con tristezza. E ciò che dura e resta fisso non ci è così intimamente caro: pietra preziosa con gelido fuoco, barra d’oro di pesante splendore; le stelle stesse, innumerabili, se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi – effimeri-, non raggiungono il fondo dell’anima. No, il bello più profondo e degno dell’amore pare incline a corrompersi, è sempre vicino a morire, e la cosa più bella, le note musicali, che nel nascere già fuggono e trascorrono, sono solo soffi, correnti, fughe circondate d’aliti sommessi di tristezza perché nemmeno quanto dura un battito del cuore si lasciano costringere, tenere; nota dopo nota, appena battuta già svanisce e se ne va. Così il nostro cuore è consacrato con fraterna fedeltà a tutto ciò che fugge e scorre, alla vita, non a ciò che è saldo e capace di durare. Presto ci stanca ciò che permane, rocce di un mondo di stelle e gioielli, noi anime-bolle-di-vento-e-sapone sospinte in eterno mutare. Spose di un tempo, senza durata, per cui la rugiada su un petalo di rosa, per cui un battito d’ali d’uccello il morire di un gioco di nuvole, scintillio di neve, arcobaleno, farfalla, già volati via, per cui lo squillare di una risata, che nel passare ci sfiora appena, può voler dire festa o portare dolore. Amiamo ciò che ci somiglia, e comprendiamo ciò che il vento ha scritto sulla sabbia.
È la mia nostalgia ed il mio amore oggi in questa notte calda dolce come il profumo di fiori esotici, svegliati ad una vita che scotta. La mia nostalgia ed il mio amore è tutta la mia fortuna e sfortuna è scritta come una muta canzone nel tuo sguardo oscuro da fiaba. È la mia nostalgia ed il mio amore, sfuggito al mondo e ad ogni suo rumore, si è costruito nei tuoi occhi oscuri un segreto trono da re.
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