Quella dell’ombra

HAMID TIBOUCHI

HAMID TIBOUCHI

 

Da qui e ora,
a Tahar Djaout: Che cosa scrivere
che non sia indecente?
la bestia
ignobile
guadagna
terreno

insensibilmente
subdolamente
in una lenta molto lenta
avanzata desertica

mangiucchia
ogni giorno
un po’ di spazio
di libertà

in cerchi
concentrici
si avvicina
al focolare

la notte
lancia
le sue frecce
avvelenate

senza rumore
le
proietta
come lucciole

a favore della notte
si sgranchisce & all’interno
dei nostri organi vitali
depone il suo verme che

repentinamente
meccanicamente
si mette a rosicchiare
dolcemente ma sicuramente

è così
che la bestia inqualificabile
– unitamente al deserto –
guadagna lentamente terreno

Non siamo più nel medioevo

HAMID TIBOUCHI

HAMID TIBOUCHI

 

Un’ idea da due soldi
un tratto di penna solo per ridere
ragionare col pilpul
cercare il pelo nell’uovo

oppure per importunare
la stupidità l’oscurità
per rendere strampalate
le credenze medievali

– una pioggia di pallottole
d’acciaio come risposta
per far fuori un uomo
una donna una semplice idea

per cancellare un tratto maldestro
dio non è
sproporzionato
pagato a caro prezzo

I soldati

HAMID TIBOUCHI

HAMID TIBOUCHI

 

La porta della casa
è aperta
è sempre aperta
quindi entrano

senza bussare entrano
violentemente
quanti sono dieci quindici
armati fino ai denti

cercano dicono delle armi
ribelli che sarebbero stati nascosti
spintonano mia madre
mettono tutto a soqquadro

non avendo trovato nulla
se la prendono con le nostre provviste
per l’inverno olio semola
olive e fichi secchi

le sparpagliano per terra
tutta roba
che i ribelli
non piglieranno

ripartono gl’infami
– baccano risate
picchiettio delle armi –
con i gioielli di mia madre

Casa della poesia (a Jacques Fournier)

HAMID TIBOUCHI

HAMID TIBOUCHI

 

quasi dimenticate
risalite dalle lontananze fino alla mia bocca
mio malgrado paure da panico
angosce fossilizzate

la poesia è anche questo
ravvivare istanti
di vita passata
seppelliti in noi

l’oued Soummam quasi a secco in estate
poteva crescere
senza avvertire
inondare il villaggio di Sidi-Aïch

anche la memoria – come
contenerla – talvolta straripa
reclamando la parola
per la pace

l’avvilimento quindi
poiché il tempo ci è calcolato
di non poter dire tutto
di tutte le antiche ferite