* L’alba nascente s’è lasciata cullare aprendo gli occhi ai colori del mondo. Arcobaleno raro. * Giochi di luce sopra i tetti innevati, arcobaleni. Un pesante fardello colorato di luce. * Pesa la terra – ghirigoro di ghiaccio – fascino arcano d’armoniosa bellezza di mutevoli forme. * Oh le violette germogliate anzi tempo sotto la neve. Come luci nell’ombra d’una muta stagione. * Osservo andare sonnolenta la luna. Fiore di luce nel viaggio incantato sotto lampi di neve.
Sognare rive labili di mondo discendere dall’ugola del tempo su varchi di cielo senza luce. Babelico squilibrio di memorie. Fuori dal tempo perdersi sognare da finte ombre e da pensieri umani. La luce li attraversa li fa vani come dissolti nodi di esistenza. Da “Un asciugar di tempo” (Noubs 2014)
Nessun cielo di smalto sull’arida sponda. La luna tremula sull’onda. Sento frusciare anemoni di mare nell’alveo verdeazzurro di memorie. Vorrei snodare il grembiule alle maree – scrutare l’abisso dentro un bisso ma l’onda come il tempo resta viandante perso sulla riva. Care sembianze d’acque chiare delle dolci primavere (poesia inedita)
Mi dici “bello il tuo costume con la fascia colorata” e io “solo quando soffia il vento”. Due monadi silenti – un grillo e una farfalla bianca – l’una ferma sul lettino l’altra in volo frettoloso verso l’oltre. Felice di ritrovare il mare dell’infanzia – un raggio d’aria in piccola barca su lunghe onde nella nebbia della fine. (poesia inedita)
Incautamente sulla tua via in lembi battuti dal vento dove cactus non nudi del tempo fioriscono nere scintille, non lascerò che tu varchi la porta per inseguire di Alentejo la scia. Via me n’andrò tra crocchi di lappole amare dove l’alba promessa m’attende. (poesia inedita)
Più nessuna fronda fa garrula corona alla stagione delle ombre. La levità del tempo ci attraversa la muta cognizione del dolore. Mentre sentiamo scorrere le ore lampi vediamo aprirsi di momenti come se per miracolo la forma intonasse di luce un ritornello. E un mondo s’aprisse di bellezza. (poesia inedita)
In un viavai di indugi e di pensieri liane oscillano della memoria. in ombra taciturne si passano parola e filigrane intessono a una canzone nuova. Quale filo t’incatena nella valle oscura? Eri farfalla d’oro. Brucavi l’erbe in orizzonti estremi-. Io non ricordo questo vuoto appeso non ricordo turbamento e peso. in angoli smarriti la vita trema come rena sparsa. Indecisione estrema come seme d’erba in un cristallo di neve. Da “Un asciugar di tempo” (Noubs 2014)
Il giorno resta vuoto come appeso al fragile sentiero del pensiero. Il mondo s’è fermato su una foglia vaga di sogni stinta è la corolla. Altro non chiedi del viaggio amaro che rimembrare la melodia di ieri. Non i sorrisi mancano ma gli anni a spalancare impensabili segreti. Nel dubbio che ogni cosa senza forma sia guscio morto di bellezza. (poesia inedita)
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