Giulio Grimaldi
la luce irrompe nella notte
infrange la corrosione del sepolcro
INEDITO
Solitari fanciulli
misurano l’acquario del mare
con voli di gabbiani.
Raccolgono
naufraghe conchiglie
al momento dell’onda.
Cade assorta la pioggia
in limitati cerchi
di luce appassita.
Cadenza di pesci.
Tu me ne domandi il senso
e la liberi
per nasconderla
nel nudo crepuscolo
delle tue ali.
Ma io non comprendo
la pena dei tuoi occhi
chiusi dentro le mie reliquie
di pioggia. Dormono
i tuoi coralli di luce
confondono le adolescenti
frane della mente.
lasciano la propria casa
una notte qualunque
attraversano il mare
bambini, donne, uomini
ammassati su barconi infernali
anime mute
a fiutare la paura
la meta da raggiungere
attraversano il mare
spiati dalla morte
in una notte di domande e silenzi
da VIA DOLOROSA VIA GLORIOSA – XIV SEGNI SULLA PASSIONE DI GESÙ
Qui in una terra primitiva
dove anche i cespi d’ortica
fanno i loro frutti
il sole venditore di specchi
che conosce da secoli il solo gioco delle cavallette
affonda sinfonico
sulla stoppia umida di muffa.
Nessuno è mai arrivato a deporre
le mie di gioia
nella struttura della terra
o le macerie delle mente
nell’armonia che governa il raccolto.
Il solo aratro
pellegrino furente
stravolge l’oscillare formulato del tempo.
Devo la vita alla terra
e il futuro le invidio.
Istantanea come un sorriso
la sua gioia di sole.
Stringe tra i giovani denti
timidi specchi di favole.
Un venticello lo attraversa.
Di te giovinezza
s’umilia il paesaggio flautato
e nuvole di piume di neve
brucano nella fontana
l’immagine del mondo.