Tu sei ovunque.
Se andassi coi passi ad Est,
il sole si chinerebbe su un fianco
creando il tramonto e ripetendolo all’infinito.
Ancora e ancora e ancora.
Per andare e tornare dalla foce del Congo
come fanno le aquile dalla testa bianca,
che all’ombra delle acacie riposano
per poi gettarsi nel sole e seguire la propria preda,
negli ultimi raggi del giorno che è stato.
Così come nell’anima in questi giorni,
tumulti come maree si danno la mano,
così vado a piedi nudi cercando il contatto con la terra vera.
La foresta è qui, alle mie spalle.
posso entrarci e perdermi in lei,
nel suo labirinto di baobab eterni, immutabili,
come templi dalle sontuose colonne.
Come la schiuma di questo oceano,
di cui benedico la brezza, i coralli ed il calore.
Fenicotteri in distese di mangrovie riposano,
per riprendere il volo, subito dopo l’amore.
Per sempre persa su lembi di sabbia bianca
nella Terra d’Africa, che dopo averti lavato l’anima,te la restituisce in grani d’oro.
Tratto dalla raccolta “Sogno d’acciaio” Annales Edizioni, 2014
Come un panno steso al vento ero.
Sdrucita e opaca, perché tornasti.
Un plumbeo mattino di fine estate,
quello in cui muta l’aria e volge ad autunno.
Senza incertezza, soffiavi su me.
Forte, forte.
Che mi lasciasti i segni ed uno strappo
sul lembo della gonna.
Con l’odore tuo dentro
a camminare sul bordo del marciapiede.
Veniva giù il cielo e poi fu vento ancora.
Da quel fazzoletto color vermiglio s’accese.
Niente fu più uguale.
Fui donna, tutt’a un tratto.
Ad attraversar la vita. Senza te.
Ma con l’ombra tua a seguirmi i giorni.
E piovve.
Tratto dalla raccolta “Corpo in animae” Annales Edizioni
Asserragliati ricci di mare.
Asserragliati versi. Giù, alla radice del midollo.
Nella sera che muore dentro un respiro,
si sfaldano capsule bianconere.
Capsule annidate nel blister che pure trafiggono il corpo
inquieto all’orda dell’acqua,
che come tempesta scivola e mescola amaro e denso.
Denso e amaro. Amaro. Amaro.
Mi lega a sé ed in sé trafigge lo spazio incolore.
Strozzato pensiero che frena sul muro grigio argento.
Il risveglio era stato un alito, un fremito.
Poi, più nulla. E di te lo sfocato ricordo nelle vene atrofizzate.
Non c’è niente oltre questo.
Eppure, fuori, la primavera danza con gran carattere.
Adesso è l’ora. L’ora del rifugio
oltre la stanza, oltre i referti precisi, netti, affilati, taglienti.
Oltre questo foglio, che bianco non è, ma vermiglio.
In smembrate strutture, io.
E tu, a seguire me. Pura. Vita.
Tratto dalla raccolta “Sogno d’acciaio” Annales Edizioni, 2014
Ci sono giorni
in cui nessuno entra.
Vicoli, pertugi, cul de sac,
stradette, sottopassi
misti di fogliame e umido.
Sterrati sentieri
e le case dai muri scrostati,
angoli d’ombre
e poi di chiome verdi,
alte, bagnate.
Tutto il pensiero s’allaga,
solitario.
Lontano dal borgo chiassoso,
vaga.
Lo spazio tra il campo nudo
d’autunno e la sera che viene.
Ferisce, il canto del piccolo passero
ed un sole a tramontare
sanguinanti rossi raggi,
come se niente, niente al mondo,
dopo di lui accada.
Dove sono le mani?
Le mie e le tue
in un altrove,
vicinissimo e lontano.
Dopo il sole, noi.
Immersi e pigri,
aggrovigliati corpi,
adagiati e persi,
dentro questo autunno.
Tratto dalla raccolta “Corpo in animae” Annales Edizioni
Oh, imbrunite valli
al cospetto e sotto la potenza
di questo cielo.
Ripiegate e zitte
dal tumulto plumbeo.
Ed acqua a piovere sui più fitti e stillanti pensieri.
Piovi di grigio e incanta d’argento.
Tratto dalla raccolta “Corpo in animae” Annales Edizioni
Rughe sul mondo,
selve d’alghe
ed anemoni come liane.
Capricci di muschi asserragliati agli scogli.
Ricordo quella strada scoscesa,
odore di fichi d’india
a grappoli, lungo il sentiero.
L’aria asciutta e bollente
spaccava le labbra delle ginestre.
Al finir dei passi,
s’apriva ai nostri occhi
lo spettacolo messo in scena
dall’argenteo mare.
Nudi i corpi.
Al far della sera,
riprendemmo il cammino
e dentro l’aggrumata aria,
i nostri profili avvinghiati
nelle ombre.
Tratto dalla raccolta “Sogno d’acciaio” Annales Edizioni, 2014
Ora:
siamo la parola, il movimento,
la risacca e la chioma degli alberi.
Stanza, angolo di strada,
la notte.
Parole, sottovoce.
Sgretolarsi d’ansia.
L’ansa. Il pegno. La promessa.
L’insieme astratto.
Laconica sintonia.
Incipit. Excipit.
Ombre allungate,
sul greto del canale
ormai asciutto.
Le bocche. La brocca.
Siamo il vino versato.
Rosso Vermiglio.
Schegge incandescenti.
I battiti, il fremito.
E poi il canone (in) verso.
Folata di vento.
Siamo la mancanza,
congiunta.
E la notte, ancora.
Tratto dalla raccolta “Corpo in animae” Annales Edizioni
Ci sono luoghi, vie,
corti protette
dalla penombra
e presagi di temporali.
Fa silenzio l’aria,
prima della pioggia
e dopo il tuo arrivo.
Proprio prima dell’ amore.
Tratto dalla raccolta “Corpo in animae” Annales Edizioni
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