Dall’imagine tesa Vigilo l’istante Con imminenza di attesa – E non aspetto nessuno: Nell’ombra accesa Spio il campanello Che impercettibile spande Un polline di suono – E non aspetto nessuno: Fra quattro mura Stupefatte di spazio Più che un deserto Non aspetto nessuno: Ma deve venire, Verrà, se resisto A sbocciare non visto, Verrà d’improvviso, Quando meno l’avverto: Verrà quasi perdono Di quanto fa morire, Verrà a farmi certo Del suo e mio tesoro Delle mie e sue pene, Verrà, forse già viene Il suo bisbiglio.
Apro finestre e porte – Ma nulla non esce, Non entra nessuno: Inerte dentro, Fuori l’aria è la pioggia. Gocciole da un filo teso Cadono tutte, a una scossa. Apro l’anima e gli occhi – Ma sguardo non esce, Non entra pensiero: Inerte dentro, Fuori la vita è la morte. Lacrime da un nervo teso Cadono tutte, a una scossa. Quello che fu non è più, Ciò che verrà se n’andrà, Ma non esce non entra Sempre teso il presente – Gocciole lacrime A una scossa del tempo.
Speravo in me stesso: ma il nulla mi afferra. Speravo nel tempo, ma passa, trapassa; In cosa creata: non basta, e ci lascia. Speravo nel ben che verrà, sulla terra: Ma tutto finisce, travolto, in ambascia. Ho peccato, ho sofferto, cercato, ascoltato La Voce d’Amore che chiama e non langue: Ed ecco la certa speranza: la Croce. Ho trovato Chi prima mi ha amato E mi ama e mi lava, nel Sangue che è fuoco, Gesù, l’Ognibene, l’Amore infinito, L’Amore che dona l’Amore, L’Amore che vive ben dentro nel cuore. Amore di Cristo che già qui nel mondo Comincia ed insegna il viver più buono: Felice amore di Spirito Santo Che trasfigura in grazia e morte e pianto, D’anima e corpo la miseria buia: Eterna Trinità, dove alfin belli – Finendo il mondo – saran corpi e cuori In seno al Padre con la dolce Madre Per sempre in Cristo amandosi fratelli, Alleluia.
Ohimè, luce, ove sei? S’avvien che forma in noi rimanga al corpo Mentre lo tesse e muta il sangue nuovo, Dove sarà nel tramutar crudele L’interno paragon della certezza? Dove la sana limpida dolcezza Che accomuni a un suo fedele Senso l’anima infranta Degli uomini accigliati? Dove la fraterna visione Che il palpito sorprende Delle fuggevoli cose, E fa divina l’ora che si vive?
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