Motel

Antigone Kefala

Antigone Kefala

 

Laggiù,irreale sotto la pioggia sottile,
la città;nel vuoto,solo
i semafori cambiavano indifferenti .
Di notte,la stanza era calda,
immersa nella luce bluastra.
A lungo,le pareti di vetro sembravano infrangersi
sotto l’urlo delle sirene;
nella tregua,i lamenti dei lavori idraulici
giungevano da lontano acquietandosi alla fine.
Solo io,ero in attesa del silenzio.

Piuttosto tardi,spentesi le voci della televisione,
l’ombra iniziava da sopra
a misurare con passo lento,uguale il buio,
ripassando sullo stesso tratto stretto,
un’anima disperata,che inviava oscuri messaggi
a orecchie migliori delle nostre.
Forse,come nei racconti antichi,
la cosa che avevano ucciso
per porla così in alto,
aveva ancora una voce.

L’acrobata

Antigone Kefala

Antigone Kefala

 

Sono colui che celebra giorno dopo giorno
i riti della ricerca davanti al tuo occhio nudo.
Non arrivo a te – benché
riesca a gridare il tuo nome –
nella sconfinata desolazione del cielo,
giorno dopo giorno,anno dopo anno,
eternità.Lo sai bene.

Grido soltanto per placare la paura.
Riscaldo il corpo gelato con la mia eco.
Fingo che tu non sia là.
Dimentico a me stesso ammirando i miei giochi di prestigio.
Resisti.Lo sforzo di tenerti
a questa fune tesa che non offre
sostegno contro l’oscurità.

Chi mi insegnerà a non temere
la caduta?

Giardini Botanici

Antigone Kefala

Antigone Kefala

 

Oltre i vecchi alberi,farfalle di cristallo
volavano sopra la baluginante
superficie dell’acqua.
Tu hai detto,guarda la libellula.
Guarda come tiene duro.Come noi,
un po’ di più.
Solo la conchiglia era là,trasparente,
piena di stupore per le sue ali cave.
Le belle foglie di bambù ondeggiavano sul lago
nell’immoto silenzio,come le ali delle libellule,
e sullo specchio reso lucido che avanzava
viaggiavano le nubi.
Annottava.

Donna che lotta per la libertà

Antigone Kefala

Antigone Kefala

 

Aveva combattutoper la libertà,disse
accendendo il fornello del gas.
Sulle montagne abbiamo combattuto…
giorni gloriosi…
testarda nelle parole
affaticata nella cucina trascurata
con il frigorifero ingiallito
e la fotografia sbiadita
del marito scomparso.
La casa piena di cupe
stanze soffocate di tappeti.

uscimmo nella bassa veranda
le calze pesante nero pece
il vestito a trama grezza
il blu indaco di qualche fiore selvagio
i vicini che ancora dormivano la domenica.
Ritorna,disse
guardando la strada ventosa
e il Municipio acquattato
sulle sue gambe d’elefante,
torna ancora.

Bivio

Antigone Kefala

Antigone Kefala

 

Ti sogno sempre che aspetti.
Aspetti in locande sconosciute
la campagna calda
tu là,chino sul legno scuro
in ascolto
e quel vento senza stagioni
con nessun odore sulle mani
che fischia nella casa.