Antigone Kefala
Laggiù,irreale sotto la pioggia sottile,
la città;nel vuoto,solo
i semafori cambiavano indifferenti .
Di notte,la stanza era calda,
immersa nella luce bluastra.
A lungo,le pareti di vetro sembravano infrangersi
sotto l’urlo delle sirene;
nella tregua,i lamenti dei lavori idraulici
giungevano da lontano acquietandosi alla fine.
Solo io,ero in attesa del silenzio.
Piuttosto tardi,spentesi le voci della televisione,
l’ombra iniziava da sopra
a misurare con passo lento,uguale il buio,
ripassando sullo stesso tratto stretto,
un’anima disperata,che inviava oscuri messaggi
a orecchie migliori delle nostre.
Forse,come nei racconti antichi,
la cosa che avevano ucciso
per porla così in alto,
aveva ancora una voce.