Veleggio come un’ombra

Alda Merini

Alda Merini

 

Veleggio come un’ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l’inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s’addormenta mai.

Un’armonia mi suona nelle vene

Alda Merini

Alda Merini

 

Un’armonia mi suona nelle vene,
allora simile a Dafne
mi trasmuto in un albero alto,
Apollo, perché tu non mi fermi.
Ma sono una Dafne
accecata dal fumo della follia,
non ho foglie né fiori,
eppure mentre mi trasmigro
nasce profonda la luce
e nella solitudine arborea
volgo una triade di Dei

Superba è la Notte

Alda Merini

Alda Merini

 

La cosa più superba è la Notte,
quando cadono gli ultimi spaventi
e l’anima si getta all’avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue,
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre,
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti.

Quelle come me

Alda Merini

Alda Merini

 

Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’anima,
perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…

Quando gli innamorati si parlano

Alda Merini

Alda Merini

 

Quando gli innamorati si parlano
attraverso gli alberi
e attraverso mille strade infelici,
quando abbracciano l’edera
come se fosse un canto,
quando trovano la grazia
nelle spighe scomposte
e dagli alti rigogli,
quando gli amanti gemono
sono signori sulla terra
e sono vicini a Dio
come i santi più ebbri.
Quando gli innamorati parlano di morte
parlano di vita in eterno
in un colloquio di un fine esperanto
noto solo a Lui.
Il loro linguaggio è dissacratore,
ma chiama la grazia infinita
di un grande perdono.
Del tuo ultimo tempo senza colore,
delle tue arringhe senza popolo,
della tua vasta legge d’amore,
che da ozi e digiuni,
girando intorno a una grande solitudine
hai scoperto il baricentro del cuore,
o mio sudato amore senz’arte
che mi hai fallito le carte del pudore.

Pensiero, io non ho più

Alda Merini

Alda Merini

 

Pensiero, io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce…
Pensiero, dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei cosi ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e cosi possa perderti
nell’antro della follia.

O labbra, labbra disunite e bianche

Alda Merini

Alda Merini

 

O labbra, labbra disunite e bianche
nel valore del pianto penitente,
labbra disunite dentro il bacio
in tenera protesta di follia,
o labbra senza tempo
che avete amato un uomo,
labbra senza perdono
ponete la protesta fuori da una finestra.
O labbra della Vergine divina
che cantan l’Angelo che ormai si avvicina,
è pronto il gran segreto,
vengo meno a un divieto.

No, non chiudermi ancora

Alda Merini

Alda Merini

 

No, non chiudermi ancora nel tuo abbraccio,
atterreresti in me questa alta vena
che mi inebria dall’oggi e mi matura.
Lasciamo alzare le mie forze al sole,
lascia che mi appassioni dei miei frutti,
lasciami lentamente delirare
e poi coglimi solo e primo e sempre
nelle notti invocato e nei tuoi lacci
amorosi tu atterrami sovente
come si prende una sventata agnella.