tramonta il sole-
vetrine illuminate
criceti inquieti
girano nella ruota
sono fermi immobili
tramonta il sole-
vetrine illuminate
criceti inquieti
girano nella ruota
sono fermi immobili
Esprimo forza
con i miei occhi
ma non sono pronto
a contemplarla.
In ritardo
sui miei riflessi
riprendo ciò che mi e sfuggito
e torno a sollevarmi su di esso.
E sufficiente
fare ciò che ci piace
per vincere la paura.
Ma non posso farne una legge.
Per adesso mi domino dall’alto
e svelo i tuoi chakra chiusi.
Eccomi respirare nel finto buio.
Cerco me stesso
e mi perdo nella via
ove risiedono i miei desideri.
Non posso tollerare
di essere ancora lontano
da me stesso.
Contro corrente mi muovo
e non vi è ragione in questo.
Così calmo i miei pensieri
ed aspetto di essere nuova energia.
Io non sono completo
ma come roccia
procedo
nella via dell’illusione.
Cercami, tu,
nel silenzio.
Certo, io non ci sono, adesso.
Non ci sono per nessuno.
Ma avrei piacere,
a che tu mi pensassi.
Sono solo nel viaggio…
Ma poche parole dicono molto.
E, viceversa, il contrario.
Tu, ascolta chi crede.
A chi tace, tu parla.
Osserva la magia
di esistere,
un solo istante.
Mi resta poco tempo ormai
per cantare ancora qualche nota,
in questo mio tempo
solitario,
divengo oggetto di desiderio.
Forse perchè
attraverso il tempo
nella calma,
e scompaio invece
nella ressa.
Essere fuori dal ritmo
resta la regola
da seguire.
Sono stanco e ho smesso di rincorrerti
la speranza si è sciolta nei giorni dell’attesa
non provo più piacere nell’immaginazione
che riempiva i giorni di sogni ora lisi
Eppure ti amo, anche se non so chi sei
e io non so più chi sono per questo amore.
Ignoriamo i disegni delluniverso.
Lalba tarda a far chiaro.
E ogni mattina state lì a ricordarci
le spine, ma a poco servono
informazioni ansiogene di appelli
discorsi obliqui e cappe nere.
Penso alla vita per i morti
Penso alla vita per i vivi.
Penso a chi si perde nel vuoto
e non cè grazia per nessuno
nessuna traccia sulla terra.
Tanto vale con ostinato rigore
frapporci tra noi e la fine:
resistere come la ginestra sotto
il peso franoso della lava.
Le gemme sul punto di fiorire
al primo vento cadono.
Il silenzio diviene rombo spietato
confonde itinerari sullacqua
nel deserto bianco dellattesa.
Sa lAquila cosa cè nellabisso?
Occhieggia lalba in mezzo al porto.
Il silenzio infranto delle onde
le rauche lingue dei gabbiani
implodono lontane in mezzo al mare tagliano a colpi dascia
dolore sopra dolore.
Io da qui vedo impronte diradarsi
vedo cose e mi lascio attraversare
con una distanza sempre più lieve
dal candore feroce delle tue mani.
Si tocca il fondo di tanto in tanto
per il troppo bene e non cè
altra parola tra il vento e lacqua
più forte e chiara come un fiume
che scorre verso il mare.