Arundhati Subramaniam
Le parole stasera sono armi.
Le usiamo con facile precisione,
di punta e di taglio,
le nostre mutilazioni sono degne di Spielberg,
disinvolte, perfino artistiche.
Noi che sappiamo
che la linea perfetta
che ammicca, felina, dalla pagina
è partorita nel fremito dell’intestino
e da malariche visioni,
nel sibilo
del sogno che esplode,
nel terribile arrendersi
all’assenza.
Noi che sappiamo
che gli artigiani devono costruire
solo per far esplodere
vasti ziggurat di pensiero
nel silenzio.
Noi che sappiamo.
Noi che dimentichiamo.