Anonimo
Invece l’anno comincia
con le mie ginocchia
che strusciano sul parquet,
un altro uomo che se ne va
nella mia gola. Neve fresca
crepita sulla finestra,
ogni fiocco una lettera
di un alfabeto
che ho tagliato fuori del tutto.
Perché la differenza
tra preghiera & misericordia
sta nel come muovi
la lingua. Appoggio la mia
alla spira famigliare
dell’ombelico, filamenti di molassa
che scendono verso
la devozione. & non c’è niente
di più sacro che tenere
il battito del cuore di un uomo
tra i denti, affilati
da troppa
aria. Questa bocca l’ultima voce
del diario di gennaio, ammutolita
dalla neve fresca che crepita
sulla finestra.
& che importa – se le mie piume
bruciano. Io
non ho mai desiderato volare.
Solo sentire
ciò appieno, ciò
nella sua interezza, come la neve
tocca la pelle nuda – & è,
all’improvviso, neve
non più.